C’è un volto della cooperazione internazionale che non è ben conosciuto. Si rischia talvolta di assimilare le attività promosse dai progetti di aiuto internazionale a lodevoli ma parziali interventi di sostegno per i Paesi e per le popolazioni più deboli. Eppure, oltre a questo c’è molto di più. Ci sono storie che dimostrano come con risorse finanziarie limitate si possono introdurre novità importanti nella cultura e nell’economia dei Paesi più fragili.
Un recente Rapporto (pubblicato da Gwadar Pro) ha riconosciuto all’Italia il merito di aver favorito lo sviluppo delle coltivazioni di olivo in Pakistan. Tutto iniziò con l’iniziativa promossa nel 1986 dal Ministero degli Affari Esteri e con l’assistenza della società italiana Agt International, di cui sono presidente e ceo. Oggi i produttori pakistani di olio d’oliva si preparano a entrare nel mercato globale poiché sono stati piantati 27,5 milioni di olivi su oltre 13mila ettari di terreno. La piantagione si estende attraverso il Punjab, Khyber Pakhtunkhwa, Baluchistan, Islamabad e Azad Kashmir. La prospettiva che si apre è suggestiva. Il Pakistan ha poco più di 4 milioni di ettari di terreno adatto per l’olivicoltura, quasi il doppio della Spagna, che è attualmente il più grande produttore di olio d’oliva al mondo. Con un aumento della superficie coltivata, il Pakistan sta attraversando una rivoluzione silenziosa nella produzione di olio d’oliva. Una condizione che potrebbe trasformare il Pakistan in uno dei maggiori produttori di olio d’oliva.
L’olivo è stato introdotto nel Paese per la prima volta dal Parc (Pakistan Agricultural Research Council) nell’ambito di un progetto italiano intitolato “Fruit, Vegetable and olive Project” finanziato dal governo italiano, attraverso la competenza di Agt International (all’epoca si chiamava ancora Agrotec). Il progetto aveva l’obiettivo di favorire l’introduzione e lo sviluppo della coltivazione di nuovi ortaggi, olive, agrumi e colture decidue di frutta, attraverso un programma di ricerca, sperimentazione e formazione. Dal 1986 al 1993 con l’intervento delle competenze di Agt International e il finanziamento del Ministero degli Affari Esteri è stato possibile assicurare le attrezzature di meccanizzazione per colture orticole, svolgendo le dimostrazioni sul campo di tecniche appropriate. In questi cinque anni di collaborazione è stato possibile favorire la creazione di associazioni di agricoltori per i servizi di meccanizzazione, la gestione e la manutenzione delle attrezzature. Il programma è stato attuato con il supporto scientifico di istituti specializzati italiani per la fornitura di germoplasma a fini riproduttivi e di selezione.
Una rivoluzione agricola, economica e culturale. L’olivo assicura la produzione di olio, elemento base della dieta mediterranea, capace di contrastare virtuosamente la denutrizione o la malnutrizione di molte popolazioni abituate a utilizzare alimenti con minor valore energetico e nutrizionale.
Grazie alle competenze introdotte con il progetto sviluppato dal Parc con la cooperazione italiana (e con Agt International) il settore sta rapidamente portando il Pakistan verso l’autosufficienza. Entro la fine dell’anno dovrebbe essere definito il marchio nazionale sotto il nome di “Pak Olive”. E sarà istituito il Pakistan Olive Oil Council sotto l’egida del Ministero della sicurezza alimentare nazionale e della ricerca per suggerire misure per la promozione dell’olio d’oliva nel paese.
Per la cultura mediterranea l’oliva è da sempre una essenziale fonte di olio commestibile per usi diversi. Grazie all’operazione avviata nel 1986 dalla cooperazione italiana i valori dell’oliva e dell’olio di oliva sono stati affermati progressivamente anche nella cultura islamica del Pakistan, che ha provveduto a rilevare che si tratta di un frutto indicato “in modo nobile in molti luoghi del Corano e la sua importanza è stata certificata da molti detti di Maometto”.
D’altronde l’oliva e l’olio di oliva hanno non solo valore nutrizionale e medicinale. L’olio di oliva è anche usato nella conservazione degli alimenti, nell’industria tessile e nella preparazione cosmetica insieme a una varietà di altri scopi. L’olio d’oliva è uno dei pochi oli culinari ampiamente utilizzati che contengono circa il 75% del suo grasso sotto forma di acido oleico (un acido grasso monoinsaturo, omega-9), totalmente privo di colesterolo.
La capacità di produzione di olio d’oliva stimata in Pakistan raggiungerà circa 1.400 tonnellate. Entro il 2027, la produzione dovrebbe raggiungere le 16.000 tonnellate. In poco più di trent’anni il Pakistan potrebbe diventare il maggior produttore di olio d’oliva al mondo. Proprio grazie alla cooperazione internazionale animata dall’Italia. Fino al 1986 la coltivazione dell’olivo non era praticata.
Agt International sta continuando a lavorare in Pakistan, con il progetto finanziato dall’Agenzia italiana per lo sviluppo e la cooperazione (Aics) intitolato “Fornitura e installazione di tre impianti di lavorazione dell’olio d’oliva di 250 kg/h e accessori”. L’acquirente è il Pakistan Poverty Alleviation Fund. Il progetto sarà attuato nel corso del 2021.