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Le rate del Pnrr arrivano ma i passaporti ancora no

La quarta rata del Pnrr arriverà regolarmente. E ne siamo tutti contenti. La task force Recovery di Bruxelles si è convinta del raggiungimento delle 28 tappe. Condizione necessaria per l’erogazione del quarto assegno. “Una serie di riforme” sono state attuate “in aree politiche chiave come la giustizia penale e civile, il pubblico impiego, gli appalti pubblici e l’assistenza agli anziani e a lungo termine. A esempio, sono stati compiuti ulteriori passi avanti nell’attuazione delle riforme della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario penale e civile”.

Bene. Alla Commissione Ue i documenti sono bastati. Non sempre coincidono con l’esperienza reale dei cittadini italiani. Prima che si accenda il tormentone sugli obiettivi per la quinta tranche, sarebbe utile ripassare quali riforme sono effettivamente state conseguite. A esempio la riforma della Pubblica amministrazione relativa al rilascio dei passaporti a quale rata corrisponde?

Sia chiaro, non è disfattismo, ma una elementare esigenza di esercizio della libertà personale ed economica. Senza passaporto non si rinuncia solo a qualche viaggio turistico nei Paesi extra-Ue, ma si rischia di dover perdere qualche occasione per presidiare i propri affari, personali o d’impresa. Una limitazione che somiglia a una riduzione dei diritti civili che non dovrebbe essere sopportata con tanta indifferenza.

Eppure, le rilevazioni sono impietose. Le ultime provengono da una indagine aggiornata di Altroconsumo, offerta con dovizia di particolari qualche giorni fa anche sul Sole-24 Ore.

Sono state monitorate 17 città, in sei di queste non è stato possibile nemmeno prendere l’appuntamento in Questura. E non è nemmeno un problema di Nord e Sud, poiché le sei città maglia nera sono equamente distribuite sul territorio nazionale (anzi, c’è più Nord che Sud): Bologna, Genova, Milano, Pordenone, Potenza e Torino.

Questure sempre più intasate, comunque, anche a Napoli dove i tempi di attesa per il rilascio del passaporto sono di circa tre mesi. A Venezia va peggio: 10 mesi. La rilevazione di Altroconsumo è ancora più impietosa su Genova, dove da ormai un anno non si riesce trovare un appuntamento in Questura nelle tre rilevazioni condotte nell’arco di tutto il 2023.

Non mancano i casi di successo, per fortuna. In testa a tutti c’è Perugia, dove il primo appuntamento è addirittura fissato il giorno dopo la richiesta. A Pescara, due giorni dopo. Non così veloce, ma con tempi ragionevoli, anche Palermo con 21 giorni di attesa. In verità non basta raggiungere l’agognato appuntamento in Questura, perché poi scattano altre attese, quelle relative alla verifica dei documenti, indispensabile prima della consegna finale.

Così come accade in alcuni Comuni per il rilascio – tormentatissimo – della Carta d’Identità elettronica, in alcune Questure si cerca di ovviare all’impasse con qualche generoso “open day”. Pochissimi posti, non prenotabili, quindi esposti al rischio di perdere una intera giornata solo in attesa. Una sorta di click day, di cui fanno esperienza i tanti italiani alla caccia di uno dei cento bonus disponibili per i servizi più diversi. È lo spirito della lotteria, l’attesa dell’immancabile stellone che sostituisce la pratica del diritto costituzionale alla libera circolazione delle persone.

Nei Comuni più piccoli, quelli con meno di 15mila abitanti, c’è chi spera nel nuovo servizio annunciato da questo mese, dicembre 2023, da Poste Italiane. In questi Comuni sarà possibile effettuare le pratiche per il rilascio o rinnovo dei passaporti negli uffici postali. E da febbraio 2024 saranno disponibili, sempre negli uffici postali, i servizi dell’Agenzie delle Entrate. Ben vengano le surroghe nei servizi della Pa. Ma non fatelo sapere a Bruxelles.

Fonte: Libero Economia