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Sui balneari un pasticcio più che vera concorrenza

Sui balneari un pasticcio più che vera concorrenza

Una legge delega non è una lenzuolata. L’ultima volta in cui si impose un pacchetto significativo di liberalizzazioni al governo c’era Pierluigi Bersani: era il 2006. La solita immaginifica metafora dell’ex segretario Pd, allora ministro del Governo Prodi (che cosa c’entrano le lenzuola con le liberalizzazioni?) si applicò ad atti concreti: fine al monopolio delle farmacie nella vendita dei farmaci da banco, quelli che non necessitano di ricetta; via l’obbligo di ricorso al notaio per il passaggio di proprietà degli autoveicoli; via i costi fissi per le ricariche delle schede degli operatori telefonici mobili; via libera all’introduzione delle surroghe, con la possibilità di cambiare banca o rimborsare i mutui senza pagare penali. Erano alcune delle voci dell’ultima stagione che favorì la concorrenza.

Il Ddl sulla concorrenza cui si è applicato il Governo Draghi rischia di partorire un topolino. Limitatamente al tema delle concessioni balneari: gli altri capitoli della concorrenza – dal trasporto pubblico locale ai taxi – restano appesi all’incertezza. L’unico accordo nel corso del consiglio dei ministri di martedì scorso è stato quello di approvare un emendamento con cui, a fronte di un impegno a considerare in scadenza al 31 dicembre 2023 le attuali concessioni (demaniali marittime per l’esercizio di attività turistico-ricreative), ci si impegna a sfornare “uno o più decreti legislativi volti a riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, per finalità turistico-ricreative, nonché la disciplina in materia di concessioni per la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto, ivi inclusi i punti d’ormeggio”. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge.

Insomma, riecco tutto rimesso nelle mani del Parlamento: in un incrocio difficile tra la fine della presente legislatura e l’inizio della prossima – primavera-estate 2023 – si dovrebbero sciogliere i nodi delle gare per rimettere a bando le concessioni per stabilimenti balneari e simili.

Nulla da fare per l’auspicato decreto-legge, con il quale Draghi avrebbe potuto segnare la fine delle imboscate parlamentari della sua rissosa e abnorme maggioranza. L’Europa chiede da anni all’Italia di liberalizzare il settore degli stabilimenti balneari attraverso la direttiva Bolkestein, cioè mettendo a gara pubblica le concessioni, al momento (e da decenni) praticamente tramandate, con canoni d’affitto risibili rispetto alle attività e ai fatturati.

In novembre il Governo sembrava far dipendere tutto da una mappatura affidata al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, il quale avrebbe dovuto interpellare tutte le amministrazioni comunali e le capitanerie di porto al fine di farsi inviare i dati delle concessioni demaniali. Va ricordato che sul demanio marittimo italiano insistono circa 30.000 concessioni, di cui poco più di 10.000 riguardano gli stabilimenti balneari, mentre le restanti sono delle tipologie più svariate: da ristoranti, campeggi, strutture ricettive e commerciali, fino ad associazioni sportive dilettantistiche, ormeggi e semplici cartelloni pubblicitari. Ora la mappatura si riscopre ridondante.

E quella che rischia di affermarsi è una concorrenza a scartamento ridotto. Che non è quello che ci chiedeva l’Europa e non è quello che serve agli italiani. La direttiva Bolkestein – per liberalizzare il mercato delle licenze balneari e degli ambulanti – presupponeva un mercato vero, che l’Italia al momento non ha. E non avrà ancora per molto. Questa carenza di mercato è curiosa se benedetta da una persona come Mario Draghi, che dell’Europa, delle sue regole e delle sue opportunità sa tutto.

Sia che si tratti dei gestori degli stabilimenti balneari, sia che si tratti delle aziende che erogano servizi di pubblica utilità sul territorio locale le barriere al mercato resisteranno ancora per assicurare benefici ai politici e ai sindacalisti e non ai cittadini utenti dei servizi. Dalle mancate lenzuolate emergeranno i soliti vecchi fantasmi.

Fonte: Libero Economia